Harvey AI: Come l'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore legale
- giorgio greco
- 8 apr
- Tempo di lettura: 5 min
In un grattacielo di Manhattan, un avvocato senior di un prestigioso studio legale lavora a un'analisi antitrust per una complessa fusione internazionale. Dieci anni fa, questo compito gli avrebbe richiesto settimane di lavoro. Oggi, grazie a un "collega digitale" chiamato Harvey, ottiene una prima bozza in pochi minuti. Benvenuti nella nuova era della professione legale, dove l'intelligenza artificiale non è più fantascienza, ma una realtà che sta ridefinendo uno dei settori più tradizionali e conservatori del mondo professionale.
Un unicorno da 3 miliardi di dollari
Quello che è iniziato come un ambizioso esperimento è rapidamente diventato uno dei fenomeni più dirompenti nel panorama legale. Harvey AI, la startup fondata nel 2022 da Winston Weinberg (ex avvocato frustrato dalla ripetitività dei compiti legali presso O'Melveny & Myers) e Gabriel Pereyra (genio dell'intelligenza artificiale con un impressionante curriculum tra DeepMind, Google Brain e Meta AI), ha seguito una traiettoria che ricorda i primi giorni di colossi come Uber o Airbnb.
Questo percorso finanziario stellare ha portato il totale raccolto a 206 milioni di dollari, catapultando la valutazione dell'azienda a 3 miliardi e consacrandola ufficialmente come ""unicorno"" nel panorama tech. I numeri del successo parlano chiaro: il fatturato ricorrente annuale ha superato i 50 milioni di dollari alla fine del 2024, registrando un vertiginoso aumento del 400% rispetto all'anno precedente.
Il nome stesso della startup rivela l'ambizione del progetto: ispirato a Harvey Specter, il brillante avvocato della serie TV ""Suits"", questo strumento non si limita ad automatizzare compiti banali come farebbe un semplice praticante, ma aspira a replicare l'intuito strategico e le capacità di ragionamento dei migliori professionisti del settore, ridefinendo per sempre il confine tra tecnologia e
competenza legale.
A differenza delle soluzioni AI generiche, Harvey è stato specificamente addestrato per rispondere a domande legali in linguaggio naturale e automatizzare compiti complessi come l'estrazione di informazioni da trascrizioni di processi e la generazione di bozze di documenti legali.
""L'addestramento insegna al modello AI come pensare e come ragionare come un partner,"" spiega Weinberg. Il modello viene addestrato da avvocati senior che gli insegnano a risolvere problemi seguendo il loro approccio. Gli ingegneri istruiscono poi il sistema a replicare questi processi, creando un assistente
virtuale che può ragionare come un esperto del settore.
Prendiamo ad esempio l'analisi antitrust: quando un'azienda pianifica una fusione, deve determinare in quali delle oltre 130 giurisdizioni mondiali potrebbe dover presentare documenti normativi. Harvey può analizzare le informazioni finanziarie, valutare quali giurisdizioni richiedono notifiche, identificare i dati mancanti e redigere automaticamente le richieste di informazioni per ciascuna parte coinvolta – un processo che tradizionalmente richiederebbe ore di lavoro specializzato.
Allen & Overy: pionieri nell'adozione dell'AI legale
Allen & Overy (ora A&O Shearman dopo la fusione con Shearman & Sterling) è stato tra i primi studi legali globali a scommettere su questa tecnologia. La collaborazione è iniziata nel novembre 2022, quando lo studio ha avviato una sperimentazione con un team di avvocati e sviluppatori riuniti nel suo Markets Innovation Group (MIG).
I risultati sono stati sorprendenti: alla fine della fase di test, gli avvocati della law firm avevano sottoposto a Harvey circa 40.000 richieste per il loro lavoro quotidiano. "Abbiamo visto risultati sorprendenti," ha dichiarato David Wakeling, responsabile del gruppo innovazione di A&O.
Oggi Harvey viene utilizzato da oltre 3.500 avvocati del gruppo in tutto il mondo (Italia compresa), in 50 lingue diverse e in 250 aree di pratica. Circa un quarto dello studio utilizza lo strumento ogni giorno, percentuale che sale all'80% considerando l'uso mensile.
L'impatto è stato così positivo che A&O Shearman non si è limitato ad adottare la tecnologia, ma ha sviluppato insieme a Harvey nuovi strumenti proprietari come ContractMatrix (uno strumento di negoziazione contrattuale) che lo studio non solo utilizza internamente ma vende anche ad altri studi legali, creando un nuovo flusso di ricavi. Tra i clienti di questo servizio figurano già oltre 40 grandi organizzazioni, tra cui Prosus (proprietaria di JustEat), il gruppo energetico giapponese Jera e l'azienda olandese di turbine eoliche Sif-group. Oltre A&O: un fenomeno in espansione
Harvey non è più un'esclusiva di Allen & Overy. La startup collabora oggi con circa 250 studi legali a livello globale, tra cui nomi prestigiosi come Macfarlanes, Ashurst, CMS, Reed Smith e PwC. Il fatturato annuale ricorrente di Harvey è triplicato dall'ultimo dicembre, così come la sua forza lavoro.
I numeri dell'adozione sono impressionanti, con migliaia di avvocati che utilizzano quotidianamente il sistema e oltre 15.000 studi in lista d'attesa per accedere ai suoi servizi.
Il nuovo capitale raccolto permetterà a Harvey di concentrarsi sulla raccolta e cura dei dati per costruire modelli AI specifici per il dominio legale, aumentare ulteriormente il personale ed espandere i suoi servizi in nuove aree geografiche.
Sfide e preoccupazioni: i limiti dell'avvocato-robot
Nonostante l'entusiasmo, l'adozione dell'AI nel settore legale solleva legittime preoccupazioni. Data la natura sensibile delle dispute legali, molti avvocati sono comprensibilmente riluttanti a dare accesso a strumenti esterni ai documenti dei loro casi. Inoltre, i modelli di linguaggio AI possono generare informazioni imprecise o fuorvianti, un rischio particolarmente grave in un contesto legale.
Per mitigare questi rischi, Harvey ha un disclaimer chiaro: lo strumento non è destinato a fornire consulenza legale ai non avvocati e deve essere utilizzato sotto la supervisione di professionisti qualificati. ""La tecnologia non porterà a perdite di posti di lavoro," sottolinea Wakeling, ma consentirà agli avvocati senior di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto.
Harvey non è solo nella sua missione di trasformare il settore legale. Altri strumenti come Casetext utilizzano modelli AI per la ricerca legale e la stesura di documenti, mentre soluzioni più specifiche come Klarity automatizzano la revisione dei contratti. La concorrenza nel settore è in crescita, spingendo tutti i player a innovare continuamente.
Il futuro della professione legale
L'integrazione dell'AI nel lavoro legale rappresenta una delle trasformazioni più significative della professione nella sua storia millenaria. "Crediamo che l'AI sarà in ultima analisi trasformativa per il nostro studio e possiamo effettivamente generare entrate dall'essere parte di questo cambiamento," afferma Wakeling.
Gli studi legali più lungimiranti stanno già sviluppando strategie per incentivare l'adozione dell'AI. Ad esempio, lo studio britannico Shoosmiths ha recentemente annunciato un bonus condiviso di 1 milione di sterline per il personale se raggiungerà l'obiettivo di 1 milione di prompt su Microsoft Copilot. Wim Dejonghe, senior partner di Allen & Overy, ha definito Harvey "una vera e propria svolta che ci consentirà di offrire ai nostri clienti un valore, un'efficienza e un'innovazione senza precedenti." Non si tratta solo di automazione, ma di un nuovo modo di concepire il lavoro legale.
Evoluzione, non rivoluzione
Come le toghe di un tempo hanno lasciato il posto agli abiti eleganti, così le pile di fascicoli cartacei stanno cedendo il passo agli algoritmi intelligenti. Ma sotto questo cambiamento di forma, l'essenza della professione legale rimane immutata: risolvere problemi complessi e proteggere gli interessi dei clienti con competenza e integrità.
Gli avvocati che sapranno abbracciare questi nuovi strumenti, comprendendo sia le loro potenzialità che i loro limiti, non verranno sostituiti dall'intelligenza artificiale – saranno invece potenziati da essa, capaci di offrire un servizio migliore, più rapido e più accessibile.
Come ha commentato un partner di uno dei principali studi legali che utilizzano Harvey: "Siamo testimoni di un momento storico: non è la fine della professione legale, ma la sua evoluzione in qualcosa di più potente ed efficiente. Gli avvocati che resistono a questo cambiamento rischiano di diventare obsoleti;
quelli che lo abbracciano diventeranno i leader del futuro."
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